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Sequestro preventivo per reati fiscali: la parola alle Sezioni Unite – Cass. Pen. 46726/2013

Cassazione Penale, Sez. III, 22 novembre 2013 (ud. 30 ottobre 2013), n. 46726
Presidente Teresi, Relatore Ramacci

Con l’ordinanza che si segnala alla attenzione dei lettori la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha rimesso alla Sezioni Unite ex art. 618 c.p.p la seguente questione di diritto concernente il sequestro preventivo per reati fiscali: “se sia possibile o meno aggredire direttamente i beni di una persona giuridica per le violazioni tributarie commesse dal legale rappresentate della stessa“.
La vicenda in esame aveva ad oggetto, in particolare, un’ipotesi di sequestro preventivo per equivalente in relazione al reato previsto dall’art. 10-ter del d. lgs 74/2000. L’estensione anche ai reati tributari della confisca per equivalente, già prevista dall’art. 322-ter c.p., è stata disposta dall’art. 1 c. 143 della legge 244 del 2007, pone pertanto il problema di stabilire se il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente, possa o meno essere disposto sui beni appartenenti alla persona giuridica ove si proceda per le violazioni finanziarie commesse dal legale rappresentante della società.

Sul punto è possibile registrare un contrasto all’interno della giurisprudenza di legittimità che giustifica il ricorso alle Sezioni Unite.
Da un lato, infatti, è stato affermata l’impossibilità di applicare il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente sui beni appartenenti alla persona giuridica qualora si proceda per violazioni finanziarie commesse dal legale rappresentante della società, in quanto gli artt. 24 ss. Del d.lgs. 231/2001 non prevedono i reati fiscali tra i cd. reati “presupposto” che possono dare luogo a responsabilità dell’ente da reato.
Secondo un altro orientamento, al contrario, sarebbe legittima l’applicabilità del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente sui beni della persona giuridica allorquando le conseguenze patrimoniali ricadano sulla società a favore della quale la persona fisica abbia agito, salvo che si dimostri che vi è stata una rottura del rapporto organico, cosicchè non è a tal fine richiesto che l’ente sia responsabile ex decreto legislativo n. 231 del 2001, né esso può considerarsi terzo estraneo al reato perché partecipa alla utilizzazione degli incrementi economici che ne sono derivati.

Ciò posto, la Corte ha ritenuto che vi fossero i presupposti per rimettere la questione alle Sezioni Unite che saranno chiamate a pronunciarsi sul seguente quesito:  Se sia possibile o meno disporre il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente nei confronti di beni di una persona giuridica per le violazioni tributarie commesse dal legale rappresentante della stessa.

L’udienza è stata fissata per il 30 gennaio 2014.

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Redazione Giurisprudenza Penale

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