ARTICOLICONTRIBUTIDiritto Penitenziario

Aria nel reparto 41-bis

in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis – ISSN 2499-846X

Il presente contributo vorrebbe esaminare la problematica, apparentemente nota ai più, delle “ore d’aria” nel regime ex 41-bis OP.

Tale regime penitenziario differenziato è essenzialmente “claustrofobico”, nel senso di ossessivamente caratterizzato dalla chiusura e dalla separatezza, dal confinamento in luoghi ristretti e il più possibile esclusi da contatti con altri luoghi (e dalle persone che stanno in altri luoghi): difficile, dunque, parlare in tale contesto di ore d’aria senza cadere nel paradosso. Si illustreranno i tentativi compiuti per attenuare la clausura attraverso la progressiva messa in discussione della consolidata interpretazione amministrativa della norma dell’art. 41-bis, comma 2-quater lett. f) OP; la ricostruzione della sua corretta portata precettiva; l’individuazione di una violazione grave e attuale di diritti soggettivi e dello strumento giuridico per fare cessare la violazione.

Si illustreranno inoltre le risposte non sempre coerenti dell’Amministrazione e le ulteriori attività ermeneutiche necessarie per contrastare in materia la violazione di ulteriori diritti, come il diritto alla socialità, alla compagnia, allo studio, visti come concorrenti e non alternativi (secondo quanto invece preteso dall’Amministrazione) al diritto di permanenza all’aperto. Solo un brevissimo cenno alla possibile nascita di nuove questioni interpretative in tema di durata della permanenza all’aperto a seguito della riforma dell’art. 10, 1° co. OP introdotta dal D.Lgs del 2 ottobre 2018, n. 123. Saranno infine citati alcuni casi concreti evidenzianti l’approccio restrittivo dell’Amministrazione in tema di “qualità” di aria all’aperto nel reparto 41-bis.

Come citare il contributo in una bibliografia:
L. Diez, Aria nel reparto 41bis, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 1-bis