ARTICOLIDiritto PenitenziarioTesi di laurea

L’osservazione scientifica della personalità e l’individualizzazione del trattamento penitenziario: questioni e prospettive (Tesi di laurea)

Prof. relatore: Manfredi Bontempelli

Ateneo: Università degli Studi di Milano

Anno accademico: 2019/2020

La metodologia dell’osservazione scientifica della personalità costituisce – fin dalla riforma operata con l. n. 354 del 1975 – il perno intorno a cui ruota il sistema di esecuzione delle pene; permette, infatti, la formulazione e lo svolgimento di un trattamento penitenziario rieducativo indirizzato verso l’obiettivo costituzionale della risocializzazione del reo.

Assunta la natura “caledoscopica” della nozione di osservazione scientifica della personalità, il presente elaborato – nello sforzo essenziale di reductio ad unitatem – affronta le svariate questioni riconnesse al suddetto argomento attraverso differenti prospettive: ciò avviene con l’obiettivo di cogliere l’esatta delimitazione giuridica di un concetto che giuridico non è, ma che riveste un ruolo così rilevante nel moderno ordinamento penitenziario.

La prospettiva costituzionale o gius-filosofica ha permesso – in primo luogo – di individuare i limiti, gli scopi e il significato giuridico-sociale dell’azione rieducativa, di cui l’osservazione scientifica della personalità costituisce il cardine.

Con la prospettiva della differenziazione penitenziaria sono stati successivamente approfonditi i criteri di classificazione e di differenziazione penitenziaria, nonché le forme istituzionali in cui quest’ultima si declina.

La prospettiva storica ha permesso poi di cogliere le direttrici di evoluzione del c.d. paradigma trattamentale e lo sviluppo del sistema di osservazione personologica.

Se l’assunzione di una prospettiva pre-trattamentale o diagnostica ha consentito di spostare la focalizzazione sulla fase iniziale del procedimento osservativo, la prospettiva trattamentale o del reinserimento sociale si è invece concentrata sull’elemento del requisito soggettivo, consistente in un determinato grado di evoluzione positiva della personalità oggetto di valutazione da parte della Magistratura di Sorveglianza ai fini di ammissione alle misure alternative alla detenzione.

Per quanto concerne, infine, la prospettiva criminologica, essa – pur non essendole dedicato specificamente nessun capitolo – caratterizza l’intero lavoro, in un rapporto di costante e assiduo confronto con quella giuridica.