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Elezioni politiche 2022. Intervista ai partiti sulla giustizia penale.

a cura di Guido Stampanoni Bassi e Lorenzo Roccatagliata

Con alcuni mesi di anticipo rispetto al mandato che avevano conferito nel 2018, il prossimo 25 settembre i cittadini italiani saranno chiamati a scegliere la composizione del nuovo, più ridotto, Parlamento e, indirettamente, del nuovo Governo.

Si tratta delle prime elezioni politiche dopo la pandemia e dopo l’inizio del conflitto ucraino. Dopo che il mondo e il nostro paese, nel bene o nel male, sono profondamente cambiati.

A questo appuntamento elettorale, la giustizia penale si presenta dopo essere stata oggetto di alcuni profondi interventi di riforma, gli ultimi dei quali sono tuttora in attesa di essere completati.

La legislatura che oggi volge al termine ha espresso maggioranze parlamentari e governi molto diversi tra loro e queste differenze si sono manifestate in modo evidente nella materia penale. Si pensi solo alla concezione e alla disciplina della prescrizione nelle due leggi n. 3/2019 (“Legge Spazzacorrotti”) e n. 134/2021 (“Riforma Cartabia”).

L’ultima maggioranza e l’ultimo Governo sono intervenuti con l’obiettivo di superare alcune ataviche difficoltà della giustizia italiana.

Nella prospettiva di risolvere i problemi emersi in questi anni in seno alla Magistratura, il Parlamento ha approvato una legge di riforma dell’Ordinamento giudiziario e del Consiglio Superiore della Magistratura, sulla quale la politica e l’opinione pubblica si sono divise, talora plaudendo a questa iniziativa, talaltra ritenendola insufficiente. Una parte significativa di questo provvedimento consiste in una delega al (prossimo) Governo per il completamento del progetto di riforma.

Nella prospettiva di rendere più rapido ed efficiente il processo penale, e così di ricevere i noti e cospicui fondi europei post-pandemia, il Parlamento e il Governo hanno tracciato una strada e hanno iniziato a percorrerla, l’uno approvando una legge delega molto ampia per la riforma del processo penale (cd. Riforma Cartabia), l’altro approvando uno schema di decreto legislativo che raccoglieva tale delega.

Spetterà evidentemente al prossimo Parlamento e al prossimo Esecutivo decidere se proseguire o meno questo percorso, anche se molti ritengono che non sia saggio o addirittura possibile modificare o invertire la rotta. Gli spazi di manovra nel prossimo futuro parrebbero ridotti.

Eppure, questi temi dividono le forze politiche che partecipano alle elezioni, che mostrano distinte concezioni del processo penale e distinte priorità di riforma: alcuni propongono una visione del processo incentrata sui diritti dell’imputato, volendo rendere inappellabili le sentenze di assoluzione e meno agevole la custodia cautelare; altri sui diritti delle persone offese e sulle esigenze di giustizia, auspicando una (ulteriore) riforma della prescrizione; altri ancora sui diritti dei detenuti, proponendo depenalizzazioni e amnistie.

Nel tentativo di comporre questo scenario, e di offrire al lettore-elettore uno strumento utile per la formazione di una opinione politica da esprimere nel segreto dell’urna, Giurisprudenza Penale ha raccolto una intervista ai Responsabili della Giustizia dei principali partiti politici, sui seguenti temi:

1. Realizzazione della Riforma Cartabia.
2. Ragionevole durata del processo, diritti e garanzie dell’imputato.
3. Custodia cautelare e situazione carceri.
4. Riforma dell’ordinamento giudiziario.
5. Priorità e punti programmatici del Partito.

Ringraziamo gli intervistati per il tempo che ci hanno dedicato e auguriamo a tutti una buona lettura.

E’ possibile scaricare sia il file pdf contenente tutte le risposte di tutti i partiti (cliccando sul primo link) sia l’intervista al singolo partito o alla singola lista (cliccando sul relativo logo).

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Clicca sul logo per scaricare il file con la singola intervista:

   

Redazione Giurisprudenza Penale

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