I rischi di vittimizzazione secondaria e ripetuta, di intimidazione e di ritorsioni nei programmi di giustizia riparativa
in Giurisprudenza Penale Web, 2025, 10 – ISSN 2499-846X
Le fonti internazionali che hanno introdotto e disciplinato la giustizia riparativa non appaiono mai disgiunte da una attenzione alla tutela della vittima.
Il legislatore europeo, con l’adozione della Direttiva 2012/29/UE, pur riconoscendo i benefici dei servizi di giustizia riparativa, avverte i rischi di una seconda vittimizzazione e prescrive quindi che “siano utilizzati solo se sono nell’interesse della vittima”.
La disciplina portata dal d. lgs. n. 150/2022 – introduttivo della giustizia riparativa in Italia – sembrerebbe non porre pari attenzione.
La necessità di garantire il principio di presunzione di non colpevolezza nel procedimento penale ha indotto il legislatore italiano ad escludere qualunque riconoscimento dei fatti del caso da parte dell’autore dell’offesa; il che già prefigura un evidente rischio di vittimizzazione secondaria.
La volontarietà dell’accesso e il consenso della vittima potrebbe non essere sufficiente ad evitare rischi di vittimizzazione secondaria; la vittima, che alle volte stenta finanche a percepirsi come tale, potrebbe non essere in grado di valutare da sola tale rischio.
La possibilità di accesso ai programmi di giustizia riparativa per tutti i tipi di reato rischia poi di porre nel nulla le cautele previste dal legislatore per le vittime che godono di una tutela speciale nel processo penale e che invece, nella giustizia riparativa, vengono tutte indistintamente ammesse.
Ulteriore occasione di vittimizzazione secondaria si configura nel ricorso alla vittima surrogata, laddove non vi sia il consenso della vittima diretta. A queste incognite e domande si cerca di dare una risposta e, prima fra tutte, se si possa affermare che il legislatore italiano ha adottato, come raccomanda l’art. 12 della Direttiva 2012/29/UE, tutte le “misure che garantiscono la protezione delle vittime dalla vittimizzazione secondaria e ripetuta, dall’intimidazione e dalle ritorsioni, applicabili in caso di ricorso a eventuali servizi di giustizia riparativa”.
Come citare il contributo in una bibliografia:
F. Cacace, I rischi di vittimizzazione secondaria e ripetuta, di intimidazione e di ritorsioni nei programmi di giustizia riparativa, in Giurisprudenza Penale Web, 2025, 10