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Reati tributari: illegittima la confisca dei beni della società – Cass. Pen. 32958/2013

Cass. Pen., Sez. III, 30 luglio 2013 (ud. 27 marzo 2013), n. 32958
Pres. Mannino, Rel. Andronio

Depositata il 30 luglio 2013 la pronuncia numero 32985 della terza sezione penale in tema di confisca di beni della società nel caso di reati tributari.
Questi i fatti: nell’agosto 2012 era stato confermato il decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso nel giugno 2012 avente ad oggetto somme di denaro depositate sui conti correnti bancari nella disponibilità della società in questione oltrechè beni mobili e immobili riconducibili alla medesima, in relazione al mancato versamento dell’Iva.
Proponeva ricorso per Cassazione, tramite il difensore, la società deducendo un unico motivo di doglianza: l’erronea applicazione degli artt. 321 e 322 ter c.p., nonchè del D.Lgs. n. 231 del 2001, artt. 19 e 53, quanto alla conferma del sequestro preventivo nei confronti dei beni della società; rileva, in particolare, la difesa che la apprensione di beni equivalenti al profitto può essere disposta nei confronti della persona giuridica solo nell’ambito delle fattispecie criminose previste dalla L. n. 231 del 2001, tra le quali non sono inclusi i reati tributari.
La Suprema Corte, con una brevissima motivazione, ha ritenuto fondato il ricorso.
E’ stato infatti già più volte chiarito – osservano i giudici – che, in ipotesi di reati tributari commessi dall’amministratore di una società a responsabilità limitata, il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente disposto ai sensi dell’art. 322 ter c.p., che abbia ad oggetto beni appartenenti a società medesima, è illegittimo, per l’inapplicabilità della confisca nei confronti di un soggetto diverso dall’autore del fatto.
E ciò, in ragione della natura di sanzione penale di detta confisca e, ovviamente, salvo che la struttura societaria rappresenti un apparato fittizio utilizzato dal reo proprio per porre in essere reati di frode fiscale, sicchè ogni cosa fittiziamente intestata alla società sia immediatamente riconducibile alla disponibilità dell’autore del reato. Deve, del resto, rilevarsi sul punto che il D.Lgs. n. 231 del 2001, art. 24 e ss., non prevedono i reati fiscali fra le fattispecie in grado di giustificare l’applicazione del sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente previsto dall’art. 19, comma 2, del medesimo decreto legislativo (ex multis, sez. 3, 14 giugno 2012, n. 25774; sez. 3, 4 luglio 2012, n. 33371).
Nel caso in esame, risulta dagli atti che il provvedimento di sequestro ha ad oggetto solo denaro e beni personali dell’indagata, con la conseguenza che lo stesso provvedimento avrebbe dovuto essere eseguito – contrariamente a quanto affermato dallo stesso Tribunale del riesame – solo su tali beni e non anche su quelli della società.

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Redazione Giurisprudenza Penale

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