Limiti della attività difensiva e configurabilità del delitto di favoreggiamento
Cassazione Penale, Sez. VI, 14 ottobre 2021 (ud. 14 settembre 2021), n. 37512
Presidente Di Stefano, Relatore Capozzi
In tema di favoreggiamento, segnaliamo ai lettori la pronuncia con cui la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha ribadito che “non integra il delitto di favoreggiamento personale la condotta del difensore che, avendo ritualmente preso visione di atti processuali dai quali emergano gravi indizi di colpevolezza a carico del proprio assistito, lo informi della possibilità che nei suoi confronti possa essere applicata una misura cautelare, atteso che la legittima acquisizione di notizie che possono interessare la posizione processuale dell’assistito ne rende legittima la rivelazione a quest’ultimo in virtù del rapporto di fiducia che intercorre tra professionista e cliente e che che attiene al fisiologico esercizio del diritto di difesa“.
Al contrario – si precisa nella sentenza – “qualora l’acquisizione di notizie avvenga in maniera illegale – come nel caso di concorso nel delitto di rivelazione o di utilizzazione di segreti d’ufficio o nella fraudolenta presa visione o estrazione di copie di atti che devono rimanere segreti – si verifica una sorta di “solidarietà anomala” con l’imputato in virtù della quale l’aiuto del difensore è strumentale non già alla corretta, scrupolosa e lecita difesa ma alla elusione o deviazione delle investigazioni e, quindi, al turbamento della funzione giudiziaria rilevante ai sensi dell’art. 378 cod. pen.“.