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Il secondo emendamento della Costituzione statunitense, la lobby delle armi, l’interpretazione della Corte suprema

in Giurisprudenza Penale Web, 2022, 7-8 – ISSN 2499-846X

La recente ennesima strage, compiuta il 24 maggio 2022 da un diciottenne armato in una scuola elementare del Texas, ha riportato con forza alla ribalta il problema del facile accesso all’acquisto e detenzione di armi negli Stati Uniti e l’attualità di una corretta interpretazione del secondo emendamento della Costituzione.

Gli Stati Uniti sono il paese occidentale con il più alto numero di morti per arma da fuoco e con il più elevato rapporto tra detenzione di armi e popolazione. Non solo, ma la lobby più importante di produttori di armi, la National Rifle Association (NRA), esercita un ruolo non indifferente, e a volte determinante, nelle campagne elettorali presidenziali.

La Corte suprema non ha certo contribuito ad un’inversione d’indirizzo; anzi, con la sentenza del 2008 nel caso District of Columbia et al. v. Heller, ha optato per una lettura del secondo emendamento consacrante un diritto individuale a detenere e portare armi, indipendentemente dal servizio militare, ed ha dichiarato l’incostituzionalità della legislazione restrittiva della Columbia. Ciò alla luce di una lettura anacronistica del secondo emendamento ed ignorando del tutto la lettura “evolutiva”, secondo una tecnica interpretativa ben conosciuta dai giudici costituzionali

Come citare il contributo in una bibliografia:
M. R. Donnarumma, Il secondo emendamento della Costituzione statunitense, la lobby delle armi, l’interpretazione della Corte suprema, in Giurisprudenza Penale Web, 2022, 7-8