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La sentenza della Cassazione sulla aggressione nei confronti del giornalista Daniele Piervincenzi: l’aggravante del metodo mafioso non presuppone necessariamente l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso

Cassazione Penale, Sez. V, 20 febbraio 2020 (ud. 13 novembre 2019), n. 6764
Presidente Miccoli, Relatore Riccardi

Pubblichiamo, in considerazione dell’interesse mediatico della vicenda, la sentenza della Corte di cassazione sulla aggressione – consistita in una “violenta testata sul setto nasale” seguita da “calci, pugni e schiaffi” – nei confronti del giornalista Daniele Piervincenzi nel 2017 ad Ostia.

In punto di diritto, i giudici di legittimità hanno affermato che l’aggravante del metodo mafioso non presuppone necessariamente l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso, essendo sufficiente, ai fini della sua configurazione, il ricorso a modalità della condotta che evochino la forza intimidatrice tipica dell’agire mafioso, quali, in particolare, la presenza di un “guardaspalle” durante l’intervista, la simultanea aggressione al giornalista e all’operatore che stavano effettuando l’intervista, la perpetrazione in pieno giorno dell’aggressione, rivendicando la potestà di controllare il territorio e di cacciare chi non è gradito, l’evocazione dell’intervento di terzi che avrebbero danneggiato l’auto dei giornalisti ed il contesto omertoso nel quale l’azione era avvenuta.

Redazione Giurisprudenza Penale

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