ARTICOLIDIRITTO PENALE

La Cassazione sulla interruzione del nesso di causa dovuto al comportamento imprudente del lavoratore in ipotesi di infortunio sul lavoro.

[a cura di Lorenzo Roccatagliata]

Cass. pen., Sez. IV, Sent. 16 ottobre 2020 (ud. 22 settembre 2020), n. 28726
Presidente Dovere, Relatore Ferranti

Con la sentenza in epigrafe, la Sezione quarta della Cassazione si è pronunciata in tema di infortuni sul lavoro, con riguardo al nesso di causa tra la condotta del datore di lavoro e l’evento lesivo e alla possibilità che esso sia interrotto dal comportamento imprudente del lavoratore infortunato.

Sul punto, in particolare, la Cassazione ha ribadito la propria consolidata giurisprudenza, secondo cui “la interruzione del nesso di condizionamento, a causa del comportamento imprudente del lavoratore, da solo sufficiente a determinare l’evento, secondo i principi giuridici enucleati dalla dottrina e dalla giurisprudenza (…) richiede che la condotta si collochi in qualche guisa al di fuori dell’area di rischio definita dalla lavorazione in corso. Tale comportamento è «interruttivo» non perché «eccezionale» ma perché eccentrico rispetto al rischio lavorativo che il garante è chiamato a governare (…). La giurisprudenza di legittimità è ferma nel sostenere che non possa discutersi di responsabilità (o anche solo di corresponsabilità) del lavoratore per l’infortunio quando il sistema della sicurezza approntato dal datore di lavoro presenti delle criticità (…). Le disposizioni antinfortunistiche perseguono, infatti, il fine di tutelare il lavoratore anche dagli infortuni derivanti da sua colpa, onde l’area di rischio da gestire include il rispetto della normativa prevenzionale che si impone ai lavoratori, dovendo il datore di lavoro dominare ed evitare l’instaurarsi, da parte degli stessi destinatari delle direttive di sicurezza, di prassi di lavoro non corrette e per tale ragione foriere di pericoli”.

Redazione Giurisprudenza Penale

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