Temere l’intelligenza artificiale? Il ruolo del giudice e l’insostituibilità della funzione autonoma di giudizio nel sistema penale
in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 11 – ISSN 2499-846X
L’intelligenza artificiale (A.I) sta progressivamente dimostrando il suo potenziale in ogni ambito dell’azione sociale. La tecnica alla base del funzionamento degli algoritmi di elaborazione dati non è nuova agli addetti ai lavori, tuttavia, l’aumento esponenziale delle potenzialità hardware nel settore tecnologico civile e militare ha consentito, nell’ultimo decennio, un notevole balzo in avanti nelle reti neurali di dati. Le cosiddette intelligenze artificiali riescono in breve tempo ad aggregare quantità impressionanti di informazioni, attingendo, il più delle volte, dai contenuti delle varie piattaforme online, utilizzate inconsapevolmente dall’utente medio, ricreandone la suggestione e l’impressione, per non-esperti, di una consapevolezza sintetica simile al pensiero dell’essere umano.
Il settore legale non poteva sfuggire a un simile fascino. Non mancano, infatti, esempi sperimentali di utilizzo nel campo della giurisprudenza d’oltreoceano, con risultati, al momento, non troppo incoraggianti. D’altronde, il legislatore europeo non ha esitato a predisporre una prima disciplina specifica per il settore, nel tentativo quasi disperato di arginare e regolamentare un settore in continua evoluzione, probabilmente, come ogni tecnologia innovativa, impossibile da confinare in liturgie e archetipi della fattispecie normativa. L’ordinamento penale, in virtù della sua sensibilità legata alla costante pressione sul nucleo essenziale dei diritti fondamentali, richiede un’attenzione particolare da parte degli operatori del diritto a tutti i livelli.
Nello studio del fenomeno legato alle tecnologie di A.I. non mancano ipotesi avveniristiche, nemmeno troppo lontane, di progressiva sostituzione del giudice, eppure, nella cultura della giurisdizione di tradizione occidentale, non possono mancare le necessarie resistenze a tale prospettiva. Le pressioni emergenti, sempre inerenti ai fenomeni di terrorismo e criminalità organizzata, potrebbero portare a fenomeni di lassismo normativo nelle diverse fasi procedurali, a partire dal momento investigativo.
Nel tentativo di arricchire la consapevolezza sull’argomento, il testo propone una ricognizione delle principali criticità riguardanti l’utilizzo della recente tecnologia di A.I. come possibile sostituto dell’azione umana in materia penale.
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Artificial intelligence (A.I) is progressively demonstrating its potential in every area of social action. The technique underlying the functioning of data processing algorithms is not new to insiders, however, the exponential increase in hardware potential in the civil and military technological industry has allowed a considerable leap forward in data neural networks in the last decade. The so-called artificial intelligences manage in a short time to aggregate impressive amounts of information, drawing, most of the time, from the contents of the various online platforms, unknowingly used by the average user, recreating the suggestion and the impression, to non-experts, of a synthetic awareness similar to the thought of the human being.
The legal sector could not escape such a fascination. In fact, there is no shortage of experimental examples of use in the field of overseas jurisprudence, with results, at the moment, that are not too encouraging. On the other hand, the European legislator did not hesitate in preparing a first specific discipline for the sector, in an almost desperate attempt to stem and regulate a sector in constant evolution, probably, like any innovative technology, impossible to confine in liturgies and archetypes of the normative case. The penal law system, by virtue of its sensitivity linked to the constant pressure on the essential nucleus of fundamental rights, requires particular attention from legal practitioners at all levels.
The study does not lack futuristic hypotheses, not too distant, of progressive replacement of the judge, and yet, the necessary resistance to such a perspective cannot be lacking in the culture of the jurisdiction of the Western tradition. The emergent pressures, always inherent in phenomena of terrorism and organized crime, could lead to phenomena of regulatory laxity in the various procedural phases, starting from the investigative moment.
In an attempt to enrich awareness on the subject, the text proposes a survey of the main critical issues regarding the use of modern A.I. as a possible substitute for human action in criminal matters.
Come citare il contributo in una bibliografia:
N. Scerbo, Temere l’intelligenza artificiale? Il ruolo del giudice e l’insostituibilità della funzione autonoma di giudizio nel sistema penale, in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 11