La sentenza del Tribunale di Roma che, in un caso di prostituzione minorile, aveva condannato l’imputato a risarcire la vittima con l’acquisto di libri e film sulla storia e sul pensiero delle donne
Tribunale di Roma, Ufficio GUP, 20 settembre 2016
Giudice dott.ssa Paola Di Nicola Travaglini
Segnaliamo ai lettori la sentenza del Tribunale di Roma del 2016 – alla quale è ora dedicato lo spettacolo teatrale “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza” – con cui la Giudice (dott.ssa Paola Di Nicola Travaglini), in una nota vicenda di prostituzione minorile, aveva condannato l’imputato al risarcimento del danno nei confronti della parte civile mediante l’acquisto di libri e film sulla storia e sul pensiero delle donne, sulla letteratura femminile e sugli studi di genere.
Nel caso in esame – si legge nella pronuncia – «è proprio la peculiarità del danno cagionato alla persona offesa da parte dell’imputato, che ha sfruttato la fragilità adolescenziale e la deprivazione culturale e sociale del contesto in cui ha vissuto Laura, ad escludere che la mera corresponsione di una somma di denaro, come richiesta, sia in grado di perseguire la finalità risarcitoria imposta dall’applicazione dell’art. 185 c.p.».
Come emerso dagli atti, Laura (nome di fantasia) «non si è prostituita a soli 14/15 anni per fare fronte ad impellenti esigenze economiche o per ragioni di bisogno, né risulta dagli atti, o da indicazioni su questo punto fornite dalla difesa della parte civile, che oggi si trovi in una condizione di difficoltà patrimoniale. L’unico elemento di cui si è certi nel presente processo è che la vittima frequentava una scuola pubblica del centro di Roma ed il denaro, come da lei stessa espresso in modo molto semplice ed autentico, le serviva “…perché volevamo troppo, mia madre i soldi me li dava ma non tanti quanti ne volevo…. Cioè è difficile per me pensare che devo andare in giro con i mezzi pubblici”». Quindi, «a prescindere dalla riconosciuta aspirazione di chiunque di guadagnare il proprio denaro (lecitamente) per acquistare (lecitamente) ciò che desidera, senza che ciò consenta di emettere alcun giudizio di valore, in questa sede spetta alla giudice orientarsi, secondo il tipo di danno subito dalla minorenne, per individuare la forma di liquidazione più corretta e conforme ai principi costituzionali di dignità e solidarietà sanciti dagli artt. 2 e 3 della Costituzione».
Dopo aver ricordato che «i principi costituzionali e sovranazionali impongono un’interpretazione dell’art. 2058 cc che le restituisca la dignità violata dall’illecito», il Tribunale osservava che «un risarcimento liquidato in termini (esclusivamente o principalmente) economici, come chiesto dalla parte civile ed in mancanza di qualsiasi allegazione sul punto, contrasterebbe con l’obbligo dell’Autorità giudiziaria di impedire la vittimizzazione secondaria perché accrescerebbe e confermerebbe in Laura la convinzione che, anche per lo Stato, il suo valore non è la sua unicità e dignità di persona, in quanto tale non monetizzabile e non compensabile, ma è, ancora una volta, un valore quantificabile ed indennizzabile solo attraverso il denaro cioè lo strumento attraverso il quale l’imputato l’ha resa una merce, negandole il riconoscimento di essere una persona unica ed irripetibile».
Come può – si chiede la Giudice – «il denaro proveniente dall’imputato, sotto il profilo della stretta logica, agli occhi dei protagonisti della vicenda, essere da un lato elemento costituivo della fattispecie penale (il prezzo della prestazione sessuale) e dall’altro rappresentare, per quella stessa condotta, risarcimento del danno?».
Ecco, allora, che «per evitare questa evidente discrasia, al cui centro è il denaro come misura di tutte le cose, si ritiene che soccorra solo un criterio equitativo tale da risarcire il grave pregiudizio patito da una vittima vulnerabile, in una forma che non la pregiudichi e che non la vittimizzi per la seconda volta, ovverosia ai sensi dell’art. 2058 cc attraverso un obbligo di facere dell’imputato consistente nell’acquisto di ben individuati libri e film».
Tale lettura – precisa la sentenza – «trova riscontro anche nella giurisprudenza della Corte di Cassazione oltre che della dottrina, nasce dall’applicazione di norme costituzionali e dell’Unione Europea e consente di superare la necessità di richieste risarcitorie dal contenuto meramente simbolico, ben conosciute dal nostro ordinamento e studiate anche dalla dottrina, sotto il profilo della loro ammissibilità, come avvenuto, ad esempio nel noto processo per stupro celebrato a Latina. In detto processo la vittima, attraverso la sua avvocata, si costituì parte civile richiedendo il risarcimento del danno nella misura di una lira, proprio al fine di sottolineare che il reato commesso aveva avuto degli effetti tanto devastanti sulla persona offesa da essere irrisarcibile, non quantificabile, non monetizzabile da parte di coloro che l’avevano violentata e per evitare, anche solo simbolicamente, che attraverso una diversa pretesa risarcitoria il denaro diventasse per gli stessi imputati misura della sua dignità di persona. È evidente, dunque, che le motivazioni addotte, all’epoca, per il risarcimento in forma simbolica sono quelle che oggi, alla luce degli avanzamenti giurisprudenziali offerti anche dalla Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale, oltre che dalle disposizioni dell’Unione Europea, consentono un risarcimento in forma specifica dotato della effettività che la vittima di un reato merita di ottenere».
Quanto all’imputato – prosegue la pronuncia – «attraverso l’acquisto dei libri, oltre a risarcire in forma specifica Laura e ad adempiere ad un obbligo giuridico imposto dalle norme, avrà uno strumento per prendere consapevolezza di quanto Laura valga, per quello che è e per quello che rappresenta come donna, e che la misura della ricchezza di quell’adolescente fragile, diversamente da quello che l’imputato ha ritenuto fino ad oggi comprandone le prestazioni sessuali, non è economica, ma è costituita dalla sua dignità che, per ciò solo, non ha un prezzo perché è la dignità di Laura».
Attraverso l’acquisto di libri e film sul pensiero prodotto nei secoli dalle donne, «l’imputato viene indirettamente stimolato a comprendere come dietro ad ogni persona di genere femminile vi sia quella enorme mole di conoscenza e di storia, per millenni negata proprio da uomini che non hanno rispettato la dignità delle donne».
In conclusione, ad avviso del Tribunale «l’unico strumento capace di restituire dignità e libertà, nel caso di specie, è la conoscenza: questa è in grado di creare idonee ed adeguate difese rispetto alle storture che hanno generato la soggezione, l’assenza di libertà, l’apparente carenza di alternative di un’adolescente romana. È nei libri delle donne e sulle donne che l’hanno preceduta – e che hanno dovuto faticosamente guadagnare, come Laura, la loro libertà di scelta e la loro autonomia intellettuale, aldilà delle strade concretamente percorse – che la giovanissima potrà trovare, se lo vorrà, strumenti di conoscenza, modelli e una tra le tante opportunità per comprendere la sua storia, della sua città, del suo Paese e del mondo in cui vive. Anche discostandosene, criticandoli, aggredendoli intellettualmente perché chiudono o aprono orizzonti e prospettive tanti quanti sono i lettori e le lettrici ed i loro pensieri o modi di vedere».
Il Tribunale conclude citando Virginia Woolf (“Una stanza tutta per sé”): «“Perché i capolavori non sono nascite isolate e solitarie; essi sono il risultato di molti anni di un pensare in comune, di pensare avendo accanto a sé la gran parte del popolo, sì che l’esperienza della massa si raccoglie dietro a quella singola voce”. E Laura – come le autrici e gli autori dei libri che l’imputato è obbligato a comprarle – è figlia di quella produzione filosofica, letteraria, storica, critica che l’imputato, nei suoi appuntamenti sessuali, le ha simbolicamente sottratto facendola sentire come una merce priva di valore e di identità».
È evidente – si conclude – «che la consegna a Laura dei testi e dei film non ha alcuna valenza rieducativa o impositiva di un modello, ma, costituisce esclusivamente una modalità risarcitoria in forma specifica che appare essere l’unica adeguata al caso di specie. Laura potrà o meno cogliere ed accogliere questa offerta, sentendosi a pieno titolo parte di quella ricchezza culturale che le sue madri intellettuali le hanno regalato, così aprendo la propria vita ad un’esperienza di libertà consapevole che solo la conoscenza le può permettere».
Questo l’elenco dei libri indicati nel dispositivo:
– Il Diario di Anna Frank;
– Una donna di Sibilla Aleramo;
– I romanzi di Alba De Cespedes (Dalla Parte di lei, Quaderno Proibito, ecc.);
– Virginia Woolf La signora Dalloway, Gita al faro e Una stanza tutta per sé;
– Natalia Ginzburg, Lessico Famigliare
– Melania Mazzucco, Limbo
– Marguerite Yourcenar, le Memorie di Adriano
– Emily Dickinson, Tutte le poesie
– Oriana Fallaci, Un Uomo
– Igiaba Shego, La mia casa è dove sono
– Storia delle Donne in Occidente in tre volumi di Duby e Perrot
– Luce Irigaray, Essere Due
– Hannah Arendt, Vita Activa
– Anna Rossi Doria: Dare forma al silenzio. Scritti di storia politica delle donne;
– Silvia Ballestra Contro le donne nei secoli dei secoli / Silvia Ballestra. – Milano : Il saggiatore, 2006.
– Adriana Cavarero, Nonostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica
– Formazione di genere: racconti, immagini, relazioni di persone e famiglie, a cura di Isabella Loiodice Milano, Angeli, 2014 Connell, Robert W. Questioni di genere / Robert W. Connell. – Bologna: Il mulino, 2006.
– De Caroli, Maria Elvira, Categorizzazione sociale e costruzione del pregiudizio: riflessioni e ricerche sulla formazione degli atteggiamenti di genere ed etnia / Maria Elvira De Caroli; scritti di O. Licciardello, S. Di Nuovo, E. Sagone. – Milano: Angeli, 2005.
– Identità di genere e immagine femminile: teorie e pratiche / a cura di Maria Vinella. – Bari: Progedit, 2000.
– Identità di genere nella lingua, nella cultura, nella società / a cura di Franca Orletti. – Roma: Armando, 2001.
– La costruzione sociale del genere: sessualità tra natura e cultura / Concetta Lodedo. – Lecce: Pensa Multimedia, 2001.
– La scomparsa delle donne: maschile, femminile e altre cose del genere / Marina Terragni. – Milano: Mondadori, 2007.
– Differenze e diseguaglianze: prospettive per gli studi di genere in Italia / a cura di Franca Bimbi. – Bologna: Il mulino, 2003.
– L’università delle donne: saperi a confronto / Bianca Rosa Gelli, Rita D’Amico, Terri Mannarini. – Milano: Angeli, 2002.
– Percorsi di genere: letteratura filosofia studi postcoloniali, a cura di Fortunato M. Cacciatore, Giuliana Mocchi, Sandra Plastina, Milano, Udine, Mimesis, 2012
– La costruzione del genere: norme e regole: studi, a cura di Barbara Pezzini, Bergamo, Bergamo University Press, Sestante, 2012
– Identità e differenze: introduzione agli studi delle donne e di genere, a cura di Maria Serena Sapegno, Milano, Mondadori università; Roma, Sapienza università di Roma, 2011
– Francesca Sartori, Differenze e disuguaglianze di genere, Bologna, Il Mulino, 2009







