CONTRIBUTIDIRITTO PENALE

Reati a consumazione prolungata e profili problematici nella contestazione c.d. “aperta”. Equivoco interpretativo in una recente sentenza della Cassazione.

in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 6 – ISSN 2499-846X

Cass. pen., Sez. V, Sent. 7 novembre 2019 (Ud. 2 ottobre 2019), n. 45376
Presidente Sabeone, Relatore Settembre

Il contributo esamina una recente pronuncia della Sezione Quinta della Corte di cassazione, la cui motivazione ha abbandonato l’orientamento ermeneutico tradizionale di legittimità in tema di atti persecutori e contestazione “aperta”, basandosi sulla asserita differenza tra il reato abituale ed il reato permanente. 

L’opzione ermeneutica espressa dal recente approdo giurisprudenziale non viene condiviso, sia all’esito dell’esame dei profili problematici in tema di contestazione “aperta” – come sottolineati anche dalla dottrina –, sia in considerazione dell’inquadramento della categoria dei reati a consumazione prolungata e delle connotazioni del reato permanente e del reato abituale.

Alla luce degli orientamenti giurisprudenziali consolidati, infine, si valutano le reciproche influenze tra la struttura del reato abituale di cui all’art. 612-bis cod. pen. e gli istituti processuali coinvolti nell’analisi.

Come citare il contributo in una bibliografia:
R. Catena, Reati a consumazione prolungata e profili problematici nella contestazione c.d. “aperta”. Equivoco interpretativo in una recente sentenza della Cassazione, in Giurisprudenza Penale Web, 2020, 6