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La Corte Penale Internazionale emette un mandato di arresto nei confronti di Vladimir Putin per crimini di guerra in Ucraina.

[a cura di Lorenzo Roccatagliata]

Nell’ambito delle indagini sulla situazione in Ucraina, in data 17 marzo 2023 la Pre-Trial Chamber II della Corte penale internazionale, sulla base delle richieste della Procura del 22 febbraio 2023, ha emesso due mandati di arresto nei confronti Vladimir Vladimirovich Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova.

Gli illeciti contestati sono il crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa [articoli 8(2)(a)(vii) e 8(2)(b)(viii) dello Statuto di Roma].

Vladimir Putin, in qualità di Presidente della Federazione Russa, sarebbe personalmente responsabile (i.) per aver commesso gli atti direttamente, congiuntamente con altri e/o attraverso altri [articolo 25(3)(a) dello Statuto di Roma], e (ii.) per non aver esercitato un controllo adeguato sui subordinati civili e militari che hanno commesso gli atti, o hanno permesso la loro commissione, e che erano effettivamente sotto la sua autorità e il suo controllo, in virtù della responsabilità del superiore [articolo 28(b) dello Statuto di Roma].

Maria Alekseyevna Lvova-Belova, nata il 25 ottobre 1984, in qualità di Commissario per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa, sarebbe personalmente responsabile per aver commesso gli atti direttamente, congiuntamente ad altri e/o tramite altri (articolo 25(3)(a) dello Statuto di Roma)

I crimini sarebbero stati commessi nel territorio occupato dell’Ucraina almeno a partire dal 24 febbraio 2022.

I Giudici preliminari hanno deciso di secretare i mandati, per proteggere le vittime e i testimoni, nonché per salvaguardare le indagini. Tuttavia, considerando che la condotta appare essere ancora in corso, la Camera ha autorizzato la pubblica divulgazione dell’esistenza dei mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali sono stati emessi i mandati e le modalità di responsabilità stabilite, perché essa può contribuire a prevenire l’ulteriore commissione di reati, così realizzando l’interesse della giustizia.

In tema, merita segnalare il contributo di Cuno Tarfusser, già Giudice e Vice Presidente presso la Corte, pubblicato in questa Rivista, ivi.

Redazione Giurisprudenza Penale

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