ARTICOLIDIRITTO PROCESSUALE PENALE

Giustizia riparativa: nel caso di mancata attivazione del percorso riparativo o di omesso avviso non si configura alcuna nullità

Cassazione Penale, Sez. VI, 13 giugno 2023 (ud. 9 maggio 2023), n. 25367
Presidente Petruzzellis, Relatore Di Geronimo

Segnaliamo, in tema di giustizia riparativa, la pronuncia con cui la sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che le nuove previsioni contenute negli artt. 129-bis e 419, comma 3-bis, cod.proc.pen. “non contemplano alcuna ipotesi di nullità nel caso di mancata applicazione“.

In particolare, l’art. 129-bis cod.proc.pen., “nel prevedere la possibilità che il giudice disponga d’ufficio l’invio delle parti ad un centro per la mediazione, si limita a disciplinare un potere – essenzialmente discrezionale – riconosciuto al giudice, senza introdurre espressamente un obbligo di attivarsi“. A ben vedere, infatti, “l’opzione circa la sollecitazione del procedimento riparativo è dettata da una serie di valutazioni che attengono alla tipologia del reato, ai rapporti tra l’autore e la persona offesa, all’idoneità del percorso ripartivo a risolvere le questioni che hanno determinato la commissione del fatto. Si tratta di una valutazione che non impone al giudice di avvalersi del richiamato potere, né di motivare la sua scelta, con la conseguenza che nel caso di mancata attivazione del percorso riparativo non è configurabile alcuna nullità, né speciale, né di ordine generale, non essendo compromesso alcuno dei diritti e facoltà elencati all’art. 178, lett.c), cod.proc.pen.“.

Analoghe considerazioni – precisa la Corte – “valgono anche in relazione all’omesso avviso in ordine alla facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa contemplato dall’art. 419, comma 3-bis, cod.proc.pen. La norma, infatti, non prevede alcuna nullità speciale per il caso in cui l’avviso venga omesso, né può ritenersi che l’omissione vada a ledere il diritto dell’imputato di accedere a tale forma di definizione del procedimento“. L’avviso in esame, a ben vedere, “ha solo una finalità informativa e, peraltro, si inserisce in una fase in cui l’imputato beneficia dell’assistenza difensiva, con la conseguenza che dispone già del necessario presidio tecnico finalizzato alla migliore valutazione delle molteplici alternative processuali previste dal codice, ivi compresa quella di richiedere l’accesso al programma di giustizia riparativa“.

Redazione Giurisprudenza Penale

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