La Corte europea ribadisce i requisiti del processo equo in assenza e individua i parametri in caso di restituzione nel termine.
Ricorso n. 71304/16, Shala c. Italia
Con sentenza 31.8.2023 il Comitato della prima sezione della Corte europea ha emesso sentenza definitiva nei confronti dell’Italia, condannando lo Stato per violazione dell’equo processo in un caso di assenza dell’imputato, seguendo i precedenti Sejdovic e Huzuneanu (quest’ultima commentata in questa rivista da Nicola Canestrini). Al di là delle modifiche legislative nel frattempo intervenute, la Corte evidenzia la necessità che il giudizio “restituito” dia effettivamente e concretamente accesso a tutti i diritti processuali
Nonostante la dichiarazione unilaterale del Governo italiano di riconoscimento della violazione, la Corte ha rigettato la richiesta dello Stato convenuto di cancellare la causa dal ruolo, e ha esaminato nel merito le doglianze pronunciando sentenza.
Si prospetta così una delle prime applicazioni dell’art. 628 bis c.p.p., introdotto dalla riforma Cartabia e teso a dare esecuzione sul nostro territorio alle decisioni definitive della Corte europea dei diritti dell’uomo.