CONTRIBUTIDIRITTO PENALE

L’indimenticabile ruolo dell’elemento psicologico nell’applicazione dell’aggravante della ingente quantità in materia di stupefacenti

in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 12 – ISSN 2499-846X

La struttura dell’articolato sistema penale approntato dal d.P.R. n. 309/1990 per la repressione dei reati legati alle sostanze stupefacenti poggia le proprie fondamenta su un terreno tutt’altro che solido, e l’aggravante dell’ingente quantità ne è un esempio paradigmatico. Essa, infatti, nata in contrasto con il principio di legalità, solo a fatica è stata oggetto di un’operazione “tassativizzante” da parte della giurisprudenza, che è infine giunta, con un orientamento avallato dalle Sezioni Unite, a dare un’interpretazione tendenzialmente soltanto aritmetica del concetto di “quantità ingenti”, legata agli indicatori già previsti nel Testo unico stupefacenti per il c.d. “uso personale”.

Ebbene, è nel contesto di un’aggravante recante un concetto – quello di “quantità ingenti” – la cui interpretazione è basata su un criterio puramente oggettivo, quale il valore ponderale, che rischia di andare più che mai dimenticato il disposto dell’art. 59, co. 2, c.p. (il quale, in materia di imputabilità soggettiva delle aggravanti, prevede che queste siano conosciute all’agente, oppure da questi ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa). Lungi, pertanto, dal potersi ridurre ad un’ipotesi di responsabilità oggettiva, l’aggravante di cui all’art. 80, co. 2 del d.P.R. n. 309/1990 presuppone, per la sua applicazione, che sia puntualmente accertata la conoscenza-conoscibilità dell’agente in ordine alle “quantità ingenti” di stupefacente oggetto della sua condotta.

Senonché, se si volge lo sguardo alle pronunce della Suprema Corte in materia, si può notare come a costanti rassicurazioni sul piano astratto non sempre facciano seguito, nel concreto delle applicazioni giurisprudenziali, decisioni realmente in linea con il disposto dell’art. 59, co. 2. È essenziale, quindi, rifuggire da ogni interpretazione in termini riduttivi o presuntivi del requisito della conoscenza-conoscibilità, per addivenire ad un’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità idonea a collocarsi, a tutti gli effetti, nel solco tracciato dal principio costituzionale di colpevolezza.

Come citare il contributo in una bibliografia:
L. Coran, L’indimenticabile ruolo dell’elemento psicologico nell’applicazione dell’aggravante della ingente quantità in materia di stupefacenti, in Giurisprudenza Penale Web, 2023, 12